Palazzi Moderni
Come nel caso del Palazzo dei Priori difficilmente un palazzo anche in età moderna viene costruito ex novo. Le vecchie residenze medievali di mercanti o artigiani vengono accorpate e trasformate dalla nobiltà conservatrice e fondiaria, consolidatasi con la dominazione papale, in palazzi di prestigio che rompono la verticalità architettonica precedente introducendo linee ed elementi ad andamento orizzontale, grandi portali, grandi finestre tutte nello stesso stile uniformante ecc… questo il caso di palazzo Baldeschi (Piazza della Repubblica) che oggi ospita annualmente mostre d’arte, Palazzo Friggeri (Piazza IV Novembre), Palazzo Manzoni (Piazza Morlacchi) sede dell’Università di Lettere e Filosofia e molti altri ancora.
Alcuni però sorgono ex novo dopo la demolizione dei vecchi è questo il caso di Palazzo della Penna in Corso Cavour (che per di più sorge su un sito archeologico: i resti di un anfiteatro romano), Palazzo Conestabile della Staffa a Porta Sole (attuale sede della biblioteca comunale), Palazzo Gallenga Stuart (Piazza Grimana) chiaro esempio di architettura barocca e attuale sede dell’Università degli Stranieri o Palazzo Bourbon di Sorbello in Piazza Piccinino (che custodisce al suo interno il prezioso Pozzo etrusco), il settecentesco Palazzo Donini (tra Corso Vannucci e Piazza Italia).
I due principali teatri sorgono nel corso del ‘700 e sono rivali, uno è espressione della nobiltà, l’altro della nascente borghesia, rispettivamente: il “ Pavone” (Piazza della Repubblica) e il “Morlacchi” (Piazza Morlacchi).
L’800 vede la demolizione della Rocca Paolina e la costruzione sulle sue rovine di Piazza Italia con i suoi edifici tra cui l’imponente Palazzo della Provincia (dal cui porticato esce la scala mobile della sottostante Rocca), l’Albergo Brufani, i Palazzi delle Banche, Palazzo Cesaroni e un elegante condominio (Palazzo Calderini). Poco sotto Piazza Italia e viale Indipendenza in direzione S. Giuliana troviamo la ex
Caserma dei carabinieri, oggi sede della Rai e la confinante Villa rivestita in terracotta (anch’essa opera di Calderini) che si affaccia imperiosamente sui Tre Archi (le tre porte ottocentesche d’accesso al centro da S. Giuliana), ma l’uso della terracotta ricorre anche nelle vicine ed esuberanti Palazzine Biscarini, nei già citati Palazzo Calderini e Palazzo Bianchi ed è presente anche nella Palazzina della Stazione di Sant’Anna, quasi tutte architetture fine ‘800 che introducono nella città il liberty. Il nuovo stile nelle mani di Calderini ed in particolare guardando Palazzo Cesaroni ma anche Palazzo Bianchi e la Villa arancio terracotta sopra i Tre Archi si fonde con caratteri più tipicamente barocchi.
Il liberty a Perugia viene ampiamente adottato nella costruzione di molti palazzi e villini all’inizio del ‘900 appena fuori le mura come lungo Via XX Settembre, Via XIV Settembre, Via Antinori e Via Pellini. Un esempio di liberty a tutto campo è senza dubbio Villino Vajani, progettato dall’architetto Giuseppe Marrani (appena fuori Porta Santa Susanna).
Architetto importante del ‘900 a Perugia è certamente Dino Lilli: della prima fase sostanzialmente liberty sono i palazzi di via Cacciatori delle Alpi, mentre degli anni’40/50, in uno stile più essenziale e razionale ma importante e classico sono l’Albergo Sangallo, lo storico Cinema “Lilli” e tutto il palazzo che gli fa seguito: da Largo Cacciatori delle Alpi fino a Sant’Anna (l’edificio compie una sorta di “u”) ma molti altri ancora sono i stabili che poco distanti nella zona portano la sua firma.
Le città attraversano numerose metamorfosi quante sono le esigenze di cambiamento degli uomini che le vivono e a leggerle bene parlano di storia meglio di chiunque altro.